Pubblicato il rapporto sui fabbisogni professionali delle aziende italiane in relazione alla legislazione italiana sulla migrazione per lavoro

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Il progetto SkillNet – Strengthening Circular Legal and Skilled Migration Through Cooperation Between Italy and Pakistan mira primariamente alla creazione di un contesto positivo alla migrazione per lavoro tra Italia e Pakistan ponendo particolare attenzione al caso della regione Piemonte, il caso studio del progetto.

Più specificamente, il progetto mira a stabilire un quadro per una Talent Migrant Pipeline tra Italia e Pakistan, assistere gli stakeholders pakistani nell’acquisizione di abilità specifiche relative alla formazione professionale e alla mobilità lavorativa e, infine, rafforzare la cooperazione tra i due paesi favorendo lo scambio di best practices.

L’idea è quella di costruire un quadro concettuale che costituisca un punto di partenza per il consolidamento e la diffusione di una metodologia sostenibile in grado di rafforzare la mobilità legale per motivi di lavoro di cittadini del Pakistan.

L’obiettivo del progetto è raggiungibile tramite tre attività interconnesse:

    1. analisi dei fabbisogni del mercato del lavoro italiano e piemontese in relazione al quadro storico/legislativo in cui le migrazioni in Italia e in Piemonte si inseriscono;
    2. individuazione delle incongruenze nelle classificazione delle competenze tra Italia e Pakistan;
    3. formazione dei formatori pakistani e diffusione dei risultati della ricerca attraverso webinar e attività seminariali in entrambi i paesi.

Guardando alle attività più nel dettaglio, nonostante i dati quantitativi relativi al fabbisogno delle imprese italiane e piemontesi siano largamente disponibili e prodotti in maniera dettagliata, occorre, allo scopo di portare a termine un lavoro con risultati tangibili, andare oltre: tra gli obiettivi dell’analisi del fabbisogno c’è l’idea innovativa di portare avanti l’indagine non più (soltanto) in termini quantitativi, ma bensì di affiancare i dati meramente numerici alle esperienze di stakeholders e osservatori privilegiati. Per questo, il progetto prevede una fase di raccolta di dati qualitativi tramite interviste singole semi-strutturate e focus group con diversi protagonisti del mercato del lavoro piemontese. La messa a confronto dei dati quantitativi con esperienze, opinioni e idee dei singoli permette al progetto di assumere quella prospettiva ampia che occorre per gettare delle basi solide per una cooperazione sostenibile tra Italia e Pakistan.

La ricerca su base nazionale, conclusa a settembre, ha evidenziato diversi aspetti del mismatch tra domanda e offerta del lavoro nel mercato italiano, il cui costo è stimato attorno ai 43,9 miliardi di euro nel 2023. Sembrano essere soprattutto le figure intermedie (impiegati, professioni commerciali e dei servizi) al centro del fabbisogno delle imprese: i dati quinquennali parlano della necessità di 1/1,2 milioni di unità, il numero maggiore insieme al dato sul fabbisogno di operai (511/613 mila). Nel dettaglio, Excelsior – Unioncamere evidenzia il fabbisogno di addetti alle vendite (200/180 mila), operai specializzati nel settore delle costruzioni (154/170 mila) e meccanici (45/53 mila) tra il 2023 e il 2028. Gli indirizzi di studio maggiormente interessati (46%) sono quelli della formazione secondaria superiore tecnico-professionali, la cui domanda è maggiore della formazione terziaria (38%).

In linea con le considerazioni europee relative alla necessità della costituzione di partenariati che permettano la mobilità delle competenze e dei talenti, le recenti modifiche del decreto flussi confermano il bisogno di agevolare procedure che vedono una disparità significativa tra domande e posti disponibili (a marzo 2024 si registravano 690 mila domande su 151 mila posti complessivi previsti dal decreto). I lavoratori stranieri si sono rivelati fondamentali per l’economia italiana: basti pensare che nel 2023 personale immigrato rappresentava un terzo di quello complessivo richiesto dalle imprese italiane nei servizi operativi. Nonostante la loro centralità, i lavoratori stranieri non sfuggono alla difficoltà di reperimento: secondo i dati Excelsior, nel totale del numero di immigrati assunti per macrosettore nel 2023 la difficoltà complessiva è del 55,4%.

Strumenti come la Carta blu UE, pensata per lo più per figure altamente qualificate, non bastano: occorre superare gli strumenti attualmente utilizzati e muoversi in direzioni previste dall’ordinamento italiano ma ancora non utilizzate. È il caso, ad esempio, della modifica del Testo unico sull’immigrazione tramite decreto 20/2023 (decreto Cutro), che ha modificato l’art. 23 del Testo unico ponendo al di fuori delle quote del decreto flussi l’ingresso di cittadini stranieri extracomunitari residenti all’estero che abbiano completato programmi di formazione professionale e civico-linguistica approvati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.